dal 15 ottobre è entrato in vigore il nuovo libretto d'impianto per
la casa, che prevede due importanti novità. la prima è che verranno
considerati tutti gli impianti presenti nell'abitazione, non solo
caldaie e sistemi di riscaldamento, ma anche sistemi di climatizzazione o
impianti solari; la seconda è che questa nuova disposizione prevede una
diagnosi completa per verificare sicurezza, salubrità e igiene. domotecnica ha elaborato un utile vademecum per chiarire qualsiasi dubbio
come si ottiene un libretto d’impianto?
innanzitutto va precisato che con il 15 ottobre non deve scattare la ‘corsa al libretto’ per mettersi in regola.
la normativa prevede, infatti, che a partire da questa data, e secondo
le scadenze di manutenzione degli impianti già regolamentate dalle
singole regioni, ogni cittadino si doti del libretto d’impianto, che
affianca quello vecchio che non deve essere buttato. in ogni abitazione ci saranno perciò due tipologie di libretti: uno per il rapporto sull’efficienza in cui registrare le prestazioni degli impianti e uno per l’uso e la manutenzione per la sicurezza che indica gli interventi di controllo ed eventuale manutenzione per garantirne la sicurezza e la salubrità. “ogni
cittadino dovrebbe provvedere in maniera indipendente a cercare e
compilare il proprio libretto d’impianto, ma questo è un’utopia – precisa epis – per
ovviare al problema sarà sufficiente durante il prossimo controllo
dell’impianto di riscaldamento richiederlo al manutentore che verrà a
casa”
chi deve chiamare il manutentore? chi è il responsabile dell’impianto?
il responsabile d’impianto (di riscaldamento e climatizzazione) è l’occupante dell’abitazione a qualunque titolo, quindi il proprietario nel caso di abitazione privata e l’inquilino in caso di affitto. fa eccezione l’affittuario in un condominio con riscaldamento centralizzato, dove la responsabilità è dell’amministratore. se
è però presente nell’appartamento un impianto di climatizzazione
estiva, la responsabilità è dell’affittuario che deve farne verificare
la sicurezza
come scegliere il manutentore?
per effettuare i nuovi controlli di sicurezza, è necessario
rivolgersi a manutentori o installatori in possesso dei necessari
requisiti di legge (lettere c, d ed e del decreto 37/08, ex 46/90)
ovvero che siano abilitati per operare su impianti di riscaldamento e di
climatizzazione, su impianti idrosanitari, e che possano realizzare,
manutenere e controllare cisterne e condutture di gas allo stato liquido
o aeriforme all’interno degli edifici. “per tutelarsi i cittadini
possono richiedere al manutentore di esibire il modulo della camera di
commercio che certifica i suoi requisiti e la sua professionalità”, spiegaepis
una volta chiamato l’installatore o il manutentore, cosa aspettarsi? cosa verrà verificato e quanto costa l’uscita del tecnico?
il tecnico effettuerà un controllo e un’eventuale manutenzione,
monitorando le funzionalità dell’impianto, verificandone il rendimento e
la salubrità, controllando non solo caldaie e generatori di caldo o
freddo, ma ogni componente dell’impianto. se un intervento di controllo
su un impianto domestico variava in media tra i 100 e i 120 euro,con l’aggiunta dei controlli e della sanificazione,
prevista dal nuovo libretto, una famiglia con una caldaia collegata a
4/5 caloriferi ed un impianto di climatizzazione con 2 o 3 split verrà a
spendere mediamente 200 euro. “un costo superiore che vale però la garanzia di sicurezza degli impianti” prosegue epis
a chi spetta il pagamento del controllo e della manutenzione?
dato che il responsabile è l’occupante, sia che esso sia proprietario
o inquilino, deve farsi carico delle spese del controllo e della
manutenzione, come è avvenuto fino a oggi. “chi è in affitto – precisa epis – dovrà farsi carico delle sole spese ordinarie.
le spese straordinarie, come la sostituzione di tecnologie o interventi
significativi sull’impianto che verranno indicati dal manutentore, sono
a carico del proprietario dell’appartamento”.
cosa succede a chi non effettua questi interventi?
per
i cittadini è prevista una sanzione che parte dai 500 euro e arriva
sino ai 3mila euro. anche per l’installatore che comunica in maniera
errata o incompleta l’esito del controllo è prevista una multa che va
dai mille ai 6mila euro
ogni quanto verranno effettuati questi controlli?
la
manutenzione per l’efficienza, e quindi la sua periodicità, rimarrà a
discrezione delle singole regioni e potrebbe variare dai due ai quattro
anni (salvo indicazioni diverse). mentre per tutto ciò che riguarda la
manutenzione e la verifica della sicurezza e salubrità fa fede quando
indicato dal manutentore. “spetterà al tecnico indicare la frequenza
di questi controlli, anche se – salvo eccezioni – si tratterà di una
revisione annuale” prevede lorenzo epis.
a chi verrà comunicato l’esito della diagnosi effettuata e come avverranno le verifiche?
il
rapporto di controllo verrà inviato dal manutentore agli enti preposti.
le verifiche non verranno più effettuate a campione, ma si partirà da
coloro che non hanno effettuato gli interventi e del cui impianto non è
arrivata alcuna notifica al catasto preposto. a seguire verranno
effettuati controlli sugli impianti ‘segnalati’.
sono in affitto, il
manutentore segnala la necessità di opere straordinarie di cui deve
farsi carico il proprietario di casa: se non vengono effettuate e sono
oggetto di controllo cosa succede? l’occupante dovrà inviare al
proprietario copia del libretto d’impianto, in cui sono richieste dal
tecnico le opere di manutenzione straordinaria, chiedendo che vengano
effettuate. in caso di controllo, il libretto di controllo è un vero e
proprio documento di garanzia in cui vengono registrati non solo i dati
dell’occupante, ma anche quelli del proprietario: gli enti preposti
saranno dunque a conoscenze delle responsabilità ascrivibili a ciascuno
soggetto
il libretto d’impianto può far emergere le situazioni più critiche, come impianti non a norma e pericolosi anche per i vicini?
“la
scarsa manutenzione degli impianti è infatti spesso al centro di
episodi di cronaca nera ma il libretto d’impianto è uno strumento che
può contribuire a denunciare situazioni abitative critiche – conclude
epis – questo perché da un lato i controlli si concentreranno su chi non
ha fatto l’intervento, dall’altro perché il manutentore è tenuto a
riportate agli enti preposti anomalie degli impianti, da risolvere entro
un determinato lasso di tempo.”
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